Giovanni Cocco – Caterina Serra

10 anni dopo il terremoto de L’Aquila

Dove
via Mazzini
Ferrara
mappa

Quando
da sabato 16 marzo a domenica 28 aprile 2019
La mostra è allestita lungo l’intera via ed è quindi sempre visitabile.

Grazie a

Commercianti Via Mazzini

Presentazione ‘Displacement’

sabato 16 marzo 2019, ore 16.30
Libreria IBS+Libraccio
piazza Trento e Trieste, Ferrara

con Giacomo Brini (direttore Riaperture), Giovanni Cocco e Caterina Serra

Displacement

Se una città non è più uno spazio pubblico

What is the city but the people. True. The people are the city.
W. Shakespeare

Ogni città è un corpo e un’anima. È i suoi abitanti, i racconti e la memoria, i linguaggi e i desideri. In movimento. Cosa accade a una città se perde i suoi abitanti?

E cosa accade agli abitanti se non hanno più una città?

Dopo il terremoto del 6 aprile 2009, L’Aquila ha subito un vero e proprio esodo di massa. Più di 65.000 persone sono state trasferite ai margini della città distrutta. I terreni agricoli sono stati trasformati in agglomerati di case e casupole di legno tristi come insediamenti militari: diciannove centri non-urbani in cui la popolazione vive dispersa e privata di luoghi della memoria individuale e collettiva. Dove c’erano piazze, scuole, teatri, bar, angoli di strada in cui incontrarsi, c’è ora il vuoto di uno spazio non amato, la monotonia seriale di un centro commercialo. In tutto il mondo periferie simili vengono chiamate dormitori.

Approfittando dell’evento naturale, alcuni poteri forti hanno deciso di sperimentare cosa accade a una città senza più socialità, facendo di una condizione temporanea uno stato permanente. La logica del dono ricatta una popolazione che deve dirsi grata di un tetto sotto il quale non ha chiesto di vivere per sempre.

La perdita di abitanti coincide con la perdita di senso di cittadinanza e di comunità, muta la natura della vita sociale e culturale, modifica i luoghi dello stare individuale e collettivo, altera lo spazio privato e quello pubblico.

L’Aquila è un luogo simbolico. Ogni mutazione avviene per istinto di sopravvivenza, potenziale rinnovamento, assoggettamento funzionale o strumentale, visione futura, adattamento, capacità di liberare nuove idee e forme. Quanto di questo ha a che fare con la convivenza, lo spazio pubblico condiviso, la comunità e il suo diritto alla città?

DISPLACEMENT è un progetto di fotografia e scrittura, due modi di guardare indipendenti e al tempo stesso dialoganti senza essere illustrativi l’uno dell’altro.

È un viaggio nelle città che in Italia e in Europa stanno stravolgendo il rapporto centro-periferia, mutando la natura della vita sociale e culturale e i luoghi della memoria individuale e collettiva.

Siamo stati per anni in queste città, ci abbiamo vissuto, le abbiamo attraversate con il corpo, con lo sguardo e l’ascolto per raccontare come si sta trasformando l’idea stessa di città. Il nostro è un dialogo tra le città e chi le guarda.

È una confessione, un testamento, una elegia. Lo spaesamento che la città subisce è lo stesso di chi la guarda. La città come una creatura, animale essere umano pianta, che si espone, si lascia guardare, si fa toccare per riprendere fiato, per ritrovare un’anima.

È l’esplorazione di queste città come pittoriche nature morte. Fondali teatrali di una realtà che tende a farsi spettacolo. Il lavoro fotografico è interamente realizzato in medio formato e in pellicola. Se il consumo di una città passa anche attraverso il consumo di immagini, digitali e predatorie, lavorare in pellicola asseconda un atteggiamento mentale e fisico legato alla lentezza, a una visione istintiva e riflessiva, a un vissuto che richiede tempo e ricerca.

Testi: Caterina Serra
Foto: Giovanni Cocco

Giovanni Cocco

Nato a Sulmona nel 1973. Nel 1991 si diploma come Perito Elettrotecnico e nel 1995 consegue un diploma come Fotografo Industriale. Nel 1998 inizia un progetto a lungo termine sulla vita di sua sorella “Monia”, disabile dalla nascita, premiato con il secondo premio all’Emerging Photographer Grant di Burn Magazine – Fondazione Magnum e segnalato dalla giuria del Premio Roger Pic della Scam di Parigi, che gli dedica una mostra in occasione del Mois de la Photo nel 2012. “Monia” nel 2016 vince il PDN Award e riceve il Grant della Reminder Photography Stronghold Gallery, premiato con un’esposizione a Tokyo. Dal 2007 al 2010 completa “Burladies“, una serie di ritratti sulla vita delle donne nel mondo del Burlesque, con il quale è selezionato per il programma “Mentor” dall’Agenzia Internazionale VII, dove resterà per due anni. Dal 2010 al 2012 lavora “on assignment” per la rivista L’Espresso al progetto “Moving Walls” con il giornalista Fabrizio Gatti – ricerca sulla condizione dei migranti nelle frontiere per l’Europa in Grecia, Italia e Marocco. Dal 2011 al 2013 realizza “Forgotten Memories” un lavoro di ricerca sul ruolo dei monaci all’interno del conflitto etnico serbo-albanese nei Monasteri Ortodossi in Kosovo. Dal 2013 collabora con la scrittrice italiana Caterina Serra sul progetto “Displacement”, analisi e investigazione di fotografia e scrittura sulla trasformazione e l’omologazione delle città storiche in Italia. Nel 2018 vince il bando pubblico del comune di Roma “Contemporaneamente” con il progetto “Plantarium – piccolo atlante botanico della Garbatella” all’interno del programma Garbatella Images insieme al fotografo Francesco Zizola a cura di Sara Alberani.

Le sue opere sono esposte in mostre personali e collettive e pubblicate su riviste nazionali e internazionali, tra cui L’Espresso, Vanity Fair, D La Repubblica delle Donne, Internazionale, Io Donna, Il Venerdì, Newsweek, Sportweek, Le Monde, Bloomber Businessweek, Burn Magazine, National Geographic Traveller, Financial Times, PDN, GQ Italy, Marieclaire, Ojodepez Magazine, La Cimade, Touring Club, CNN world, Il Fotografo, ll Manifesto, MARE, National Geographic. Vive e lavora tra Roma e Berlino.

sito web

Caterina Serra

Scrittrice e sceneggiatrice. Ha vinto nel 2006 il premio Paola Biocca per il reportage letterario con “Chiusa in una stanza sempre aperta”, da cui ha avuto origine il romanzo-reportage Tilt (Einaudi, 2008). Il suo secondo libro Padreterno è uscito nel 2015 sempre per Einaudi.
È autrice di racconti tra cui Fuori e dentro, in Nuovi Argomenti, n. 48 (Mondadori 2009), Segue alle pagine 2 e 3, in “10 in paura” (Epoché, 2010), The heel of a loaf, in Riga 32 – John Berger (Marcos y Marcos, 2012), In cerca di Monia in “Monia”, fotografia di Giovanni Cocco, (Premio Fedrigoni 2017).
È sceneggiatrice di Napoli Piazza Municipio (Bruno Oliviero, Premio per il miglior film documentario al Festival del Cinema di Torino, 2008), di Parla con lui (Elisabetta Francia, 2010).
È autrice del soggetto e della sceneggiatura di Piccola Patria (Alessandro Rossetto, Venezia ’70 sezione Orizzonti, 2013).
È autrice di Displacement – New Town No Town, (fotografie di Giovanni Cocco), un progetto di scrittura e fotografia, esposto al MACRO di Roma nell’ambito del Festival Internazionale della Fotografia 2015 (Quodlibet 2015), e in esposizione al Centre de la Photographie di Ginevra nel 2020.
Scrive regolarmente per il settimanale “L’Espresso” e collabora come autrice con “La Repubblica” e con la rivista online “Minima&Moralia”.
Sta lavorando a un nuovo film e al suo terzo romanzo.