Marika Puicher

Dove
Factory Grisù
via Poledrelli 21
Ferrara
mappa

Quando
venerdì 29, sabato 30, domenica 31 marzo
venerdì 5, sabato 6, domenica 7 aprile
2019
dalle ore 10.00 alle ore 19.00

Presentazione con l’autrice
sabato 6 aprile
ore 18.00

Foto

© Marika Puicher

Solo

Come nella maggior parte dei Paesi a forte tradizione musulmana, l’omosessualità è illegale e duramente condannata in Marocco. La legislazione del codice penale del 1962, tuttora in vigore, prevede che “atti libidinosi o innaturali con individui dello stesso sesso” vengano puniti con una pena che può andare da sei mesi a tre anni di carcere. Anche se tale legge è poco applicata, i gay e le lesbiche in questo Paese sono quotidianamente oggetto di una fortissima disapprovazione sociale.

Imane vive a Casablanca, nel 2014 – anno in cui è stato realizzato questo lavoro – aveva 20 anni, ed è lesbica: “una lesbica orgogliosa di se stessa!”, come dice lei. Imane non ha mai nascosto la sua omosessualità, tanto che negli anni anche i familiari hanno imparato ad accettarla, cosa rara in Marocco dove la maggior parte delle coetanee lesbiche sono costrette a celare il proprio orientamento sessuale per paura di giudizi o ritorsioni.

Imane è fiera e coraggiosa come la sua amica del cuore Khalida che, come lei, ha scelto di vivere liberamente la sua sessualità. La loro è una lotta quotidiana contro una società che tende a ghettizzarle. Camminano sempre a testa alta lungo le strade di Casablanca, ignorando gli sguardi e i commenti dei passanti e rispondono a tono a chi le tratta con arroganza o maleducazione.

Le lesbiche non sono rispettate in Marocco, sono considerate delle “deviate”, delle donne da evitare. Il giudizio sociale è ancora più duro nei confronti delle ragazze dai tratti androgeni, come Imane, che si discostano totalmente dallo stereotipo della “brava donna marocchina”. Per questo molte sognano di emigrare, per vivere in una società in cui possono amare liberamente. Imane sogna l’Italia. Sulla mano sinistra si è tatuata quattro lettere: “solo”, l’unica parola italiana che conosce.

@ Marika Puicher

Bio

Marika Puicher è nata nel 1979 sulle Dolomiti bellunesi. Dopo la laurea, inizia la sua carriera fotografica frequentando il master in Reportage Sociale e in Comunicazione Visiva presso l’Accademia John Kaverdash di Milano.

Nell’aprile del 2009, in occasione del Festival Sottosopra di Pontremoli (MS), espone il suo reportage di denuncia sulle drammatiche condizioni dei profughi curdi alla periferia di Istanbul. In seguito racconta la crisi economica in Italia, documentando le proteste dei lavoratori dall’Emilia-Romagna alla Sardegna e l’occupazione di case da parte di famiglie in emergenza abitativa. Nell’estate del 2010 soggiorna in Bosnia dove svolge un reportage sulle ricerche dei civili uccisi durante la guerra. Nel corso del 2012 – in collaborazione con l’Unione familiari vittime per stragi – realizza il progetto fotografico “Nel nome dei figli”, promosso dall’Associazione Pereira, sulla trasmissione della memoria delle stragi terroristiche in Italia alle giovani generazioni. Negli ultimi anni ha concentrato la sua indagine fotografica sui diritti violati delle persone LGBT in Italia, Marocco e Spagna.

Le sue immagini sono state pubblicate su diverse testate nazionali e internazionali. Attualmente vive a Bologna e collabora con l’Agenzia Parallelozero di Milano.

Riconoscimenti ed esposizioni

  • Festival Sottosopra Pontremoli 2009 – esposizione progetto “Nasname”, sulle condizioni dei profughi curdi nel ghetto di Ayazma (Istanbul).
  • Diversità Urbana 2011 – Esposizione e pubblicazione del progetto “Phantasmagoria in Two” sulla storia d’amore tra Max Ulivieri (promotore dell’assistenza sessuale ai disabili in Italia) e sua moglie Enza Incerto Asta. A cura di UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali).
  • Portfolio Citerna 2012 – terzo Premio per il progetto “Nel nome dei figli”, sulle stragi terroristiche in Italia.
  • The Pride Photo Award 2015 (Amsterdam) – primo premio per il progetto “Ella (She)”, sulla vita quotidiana di una bambina transessuale di Madrid
  • The Pride Photo Award 2015 (Amsterdam) – secondo premio della categoria “Stories of love and Pride” per il progetto “Solo” sulla vita di Imane, giovane lesbica di Casablanca.
  • Honorable mention The Moscow International Foto Awards 2015 per il progetto “Ella (She)”.
  • MAMbo – Museo d’arte moderna di Bologna – “Out Frames 2016 . Scatti dal mondo selezionati dal Pride Photo Award di Amsterdam”.
  • Amsterdam Public Library, Exhibition “Pride Family 2017” – Esposizione del progetto “Ella (She)” .
  • BIOSFERA di Padova, rassegna di cultura e di cinema LGBTI 2017 – Esposizione del progetto “Ella (She)” e dibattito con Violetta Herrero e Miguel Angel Ruiz (referenti associazione Daniela di Madrid e genitori di “Ella”). Evento curato da Arcigay Tralaltro Padova.
  • Festival della Fotografia Etica di Lodi 2017 – Finalista Single Shot Award 2017 con il progetto “A new Family” sulla Fundaciòn 26D di Madrid, che offre accoglienza e assistenza sociale, sanitaria e psicologica alle persone LGBT di “terza età”.
  • Dolomiti Pride 2018 – Esposizione del progetto “Ella (She)” presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università degli studi di Trento.