Alessandro Cinque

Quando
Tutti i weekend dal 10 settembre al 3 ottobre 2021
dalle ore 10.00 alle ore 19.00

Chile despertò

Il 26,5% delle ricchezza è in mano all’1% della popolazione. La crescita inarrestabile del Cile, modello unico di sviluppo dell’America Latina, è caduta sotto i colpi del paese reale:
una società disgregata dalle grandi disuguaglianze sociali ed economiche figlie del regime
autoritario e ultra-liberista del generale Augusto Pinochet Ugarte salito al potere con un golpe nel 1973, fino al 1990. Sanità, istruzione e sistema pensionistico sono dei privati mentre lo Stato resta spettatore. La classe media è un’illusione, il risultato del pesante indebitamento dei cittadini. Un paese con pochi disoccupati ma in cui i lavoratori hanno stipendi che non garantiscono uno stile di vita dignitoso.
«Chile despertó». Il Cile si è svegliato hanno gridato migliaia di manifestanti in Piazza Italia, a Santiago, capitale del paese, da ottobre 2019 fino al primo referendum del post-régime.
La società scomposta è tornata insieme per chiedere un nuovo patto sociale che riparasse anni di ingiustizie, una nuova Costituzione visto che l’attuale risale all’epoca di Pinochet.
Scoppiate per l’aumento del prezzo del biglietto del trasporto pubblico, le proteste che hanno portato in strada la volontà cilena di cambiamento hanno dato origine ad una nuova coscienza dei diritti, schierandosi contro il carovita, la corruzione e il sistema che ha retto il paese negli ultimi trent’anni.
Ci sono stati più di 30 morti, 500 persone accecate dalle forze dell’ordine, migliaia i feriti e gli arresti, oltre 3200 violazioni dei diritti umani in un anno di proteste che l’attuale Presidente della Repubblica del Cile Sebastián Piñera ha gestito male, prima attraverso una repressione violenta poi -però tardi – accettando di ascoltare le esigenze della piazza.
Il 25 ottobre 2020 il 78% degli elettori ha detto sì ad una nuova Costituzione e sì ad un’assemblea costituente scelta dal popolo.
In un continente in cui la democrazia ha subito gravi battute d’arresto, il Cile potrebbe stabilire un nuovo precedente per l’America Latina: sancire i diritti umani, sociali e ambientali necessari alla società contemporanea attraverso la nuova Costituzione, ricordare il potere del dialogo pubblico.

Bio

Alessandro Cinque è un fotoreporter attualmente residente a Lima. Il suo lavoro approfondisce l’impatto devastante del settore minerario sulle comunità indigene e sulle loro terre.

Alessandro Cinque documenta in particolare la contaminazione ambientale e le preoccupazioni per la salute pubblica tra le comunità di contadini che vivono lungo il corridoio minerario del Perù. Nel 2017, durante un viaggio di lavoro in Valle Sacra degli Incas, incontrò una donna di 53 anni che gli disse che si era ammalata di cancro perché l’acqua in il suo villaggio era altamente contaminata. Da allora, Alessandro si è impegnato a fotografare gli effetti dell’inquinamento che permea i raccolti, il bestiame e le case delle persone che risiedono nelle vicinanze siti minerari. L’attenzione di Alessandro alle problematiche sociali e ambientali che colpiscono le minoranze ha spesso guidato il suo lavoro. Nel 2017, ha documentato l’estrazione dell’oro in Senegal e il contrabbando di merci Kolbars al confine tra Iraq e Iran. Nel 2019, mentre studiava all’ICP di New York, ha ha ritratto la comunità italo-americana di Williamsburg e si è recato in Arizona per fotografare le miniere di uranio abbandonate nei territori Navajo.

Alessandro Cinque è un Ambassador Leica. Le sue foto sono state pubblicate su The New York Times, NYT Lens Blog, MarieClaire, Libèration, LFI, Internazionale, L’Espresso.

Nel 2019, il suo lavoro sul Perù si è aggiudicato il primo posto al POYi’s Issue Reporting Picture Story. Nello stesso anno è stato finalista dell’Eugene Smith Grant and Alexia Foundation Grant.

Nel dicembre 2019, Alessandro si è trasferito a Lima per approfondire la conoscenza della cultura e della società peruviana. Ha iniziato a contribuire alla copertura di Reuters sui territori dell’America Latina ed ha ampliato il suo progetto sull’impatto dell’industria mineraria peruviana sulle popolazioni Quechua. Nel 2020 è stato vincitore del Focus on the Story Grant. Nel 2021 ha ricevuto il National Geographic COVID-19 Emergency Fund for Journalists.