Ideale

C’è un potenziale infinito racchiuso nelle nostre menti: mondi immensi, magnifici castelli, scenari dove maestose proiezioni cariche di desiderio e speranza prendono vita. E’ una sfida al destino, per modellarlo, modificarlo, produrne un altro completamente nuovo. E’ pensiero che crea nuove prospettive, lanciate oltre il reale, nel tentativo di conquistarlo o spodestarlo. E’ sogno vitale, che accompagna la nostra quotidianità, notte e giorno, ci guida e ci orienta, ci fa compiere delle scelte ed ispira le nostre azioni verso traguardi sempre più alti. Nel desiderio istintivo a volte irrefrenabile, di plasmare la realtà cercando il meglio per noi – la nostra famiglia, la nostra casa, la nostra società, la nostra vita, il nostro lavoro, le nostre città, l’ambiente e gli spazi in cui viviamo – la mente crea visioni così concrete da ispirare altre persone e trascinarle nel nostro sogno facendolo proprio. Per questo convogliamo energie verso obiettivi meravigliosi di bellezza, armonia, verità, ma corriamo anche il rischio di farci perdere di vista i bisogni primari che li hanno generati inciampando nell’illusione o degenerando nell’aberrazione. E’ un rischio che siamo disposti a correre? Siamo in corsa verso il nostro ideale.

Per la sua 5a edizione del festival, Riaperture parla di “Ideale”: un esercizio di fantasia, una proiezione immaginifica in tensione verso l’assoluto senza mai raggiungerlo, ma trasformando i passi in percorso. Nella sua apparente inconsistenza, l’ideale è in grado di trasformare la società come l’esistenza dei singoli individui: per la pace si conquistano piazze, per l’amore si programmano vite o si stravolgono completamente, per la fede si lotta incessantemente, per l’uguaglianza si combattono rivoluzioni, per la famiglia si cambiano leggi per tutelarne le sue molteplici forme, per l’armonia tra la dimensione umana ed urbana si sono ideate intere città che ancora oggi vivono grazie a quei principi. Sono tutti ideali che spingono le persone a uscire da sé stesse, a dimenticarsi di sé stesse, per difendere, ammirare, amare quell’ideale e puntare in alto, cercando di fermare la vita ad un istante di felicità. Per farlo devono scardinare luoghi comuni e dare un senso nuovo al presente e alla lotta, sia personale che collettiva, che questi deve affrontare per affermarsi.
Per ideali forti si scontrano persone, mondi e culture, in aperto contrasto ideale e di ideali, nella lotta per un miglioramento sociale, economico, culturale, verso un unico obiettivo. Tendiamo, oggi, a guardare tutto questo con una certa disillusione, in un periodo storico in cui il collettivo è sempre più somma di individui, in una divergenza dilagante, dove la tensione costruttiva sembra non tendere più verso una società migliore o da migliorare, ma al pregiudizio, al disprezzo dell’altro e alla critica verso chi in passato ha combattuto per i propri ideali, dedicando anni della propria vita, senza riuscire a realizzare il vero cambiamento, ma ispirandolo solamente.

L’ideale dà forza ai nostri pensieri, rendendoli potenti, definiti, forti, al limite dell’invincibile. Ideale è sia un sentimento corale che sposta le masse, ma è anche un desiderio intimo, istantaneo, contingente in ciascuno di noi, a volte anche inconsapevole, che unisce il futuro al presente: curiamo la nostra persona, progettiamo la nostra casa, inseguiamo la nostra bellezza, curiamo i nostri affetti, cerchiamo il nostro benessere. Sono desideri che si avverano grazie alla determinazione della nostra volontà che non smette mai di sperare, provare, credere, sfidare, desiderare, osare. Sono un modo per darci un’identità, per soddisfare impulsi vitali che ci chiedono di essere riconosciuti. L’amore ideale non è semplicemente una favola che raccontiamo, ma un modo per comprendere e conoscere sé stessi.

Anche questo è ideale: l’impossibile che vuole prende forma e tentare di affermarsi. Da un lato inquieta, ci fa giocare una scommessa intima, che ci mette a nudo davanti a quello che accadrà; dall’altro consola, crea una rete di pensieri familiari. In questo paradosso emotivo il mondo prende una direzione e il caos si allontana. Le idee si alleggeriscono, diventano erranti: danzano, tentano di esplorare il mondo, di metterlo alla prova, di sondarlo nelle sue infinite potenzialità e definirci come persona.

Riaperture è, esso stesso, un ideale che diventa azione manifesta. Cinque anni fa sembrava solo un sogno, puro pensiero senza corpo, un’utopia. Nata per la volontà di aprire mondi diversi e nuovi che cercano di emergere, di rendersi visibili al pubblico, di conquistare un nuovo presente e generare nuovi ricordi, ora Riaperture è un corpo unico composto da migliaia di persone che ogni anno partecipano alla diffusione della cultura fotografica. E’ un’occasione sia per creare rigenerazione urbana, ma ancora di più è luogo dove la propria passione per le storie da conoscere e le realtà da raccontare trova un suo compimento. E’ il festival che insegue l’ideale per catturarlo ed esporlo nella sua dimensione visuale e fotografica. Attraverso spazi inaccessibili e abbandonati Riaperture vuole far penetrare l’ideale dentro il reale, infiltrando così nuove prospettive, nuovi scorci e nuove storie che ci diano altri strumenti per capire meglio chi siamo, dove andiamo e dove siamo.