Workshop Francesco Cito

Un’idea dietro la foto

Workshop con Francesco Cito

sabato 30 marzo 2019
ore 9.30-13.00 e 14.00-18.00
domenica 31 marzo 2019

ore 9.30-13.00 e 14.00-16.00
Factory Grisù

durata 13 ore

costo 160 € fino al 28 febbraio 2019 (poi 190€)

promo incluso ingresso gratuito al festival

note Il workshop prevede un numero minimo di 6 partecipanti.

Nel caso in cui il workshop non dovesse aver luogo, per il mancato raggiungimento del numero minimo di iscritti o cause imputabili al Riaperture PhotoFestival Ferrara sarà nostra cura avvisarvi per tempo; potrete quindi scegliere di ricevere il rimborso dellʼintera quota o di iscrivervi a un altro workshop di Riaperture.

Lʼeventuale rinuncia al workshop deve essere comunicata entro 5 giorni dalla data dʼinizio e permette il rimborso del 70% della quota versata. Oltre tale termine non è previsto nessun rimborso.

info info@riaperture.com

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La punta dell’iceberg della fotografia è la foto stessa: in superficie si vede lo scatto, ma è sotto l’acqua, in profondità, che l’immagine prende forma, si costruisce, fino ad arrivare all’idea che l’ha concepita. ‘Un’idea dietro la foto‘ è il workshop di Francesco Cito (World Press Photo) che analizza ciò che deve significare un’immagine: come va ritratta, la dovizia di particolari che merita, i motivi che portano a realizzarla. Far guardare alla fotografia come un pensiero, più che una mera questione tecnica.

«Le foto non sono mai frutto della macchina fotografica, – spiega Cito –  o delle tecnologie attuali. Le foto, come soprattutto le storie fotografiche, non sono mai figlie di sé stesse, ma frutto di un processo mentale, un pensiero che guida l’occhio dell’autore. Così come per lo scrittore non è la penna o la tastiera del computer a scrivere, ma la mente che guida la mano, trasmettendo ad essa le parole che verranno poste nero su bianco».

«Più volte mi è capitato, durante i miei corsi, di osservare giovani fotografi scattare senza nemmeno guardare attraverso l’oculare della macchina fotografica, adducendo che poi comunque “qualcosa viene”, si può manipolare “con Photoshop”. La fotografia non è questa: è una somma di fattori, invece, quasi sempre riportati al pensiero».

«Eureka, aveva esclamato Archimede quando trovò risposta al suo quesito, alla domanda che si era sempre posto. Eureka, esclamiamo oggi, quando sul display della nostra macchina fotografica, compare la foto appena scattata. Ma è poi vero, o è solo illusione? Quando l’artista Lucio Fontana (nato a Rosario, Argentina, il 19 febbraio 1899, e morto a Comabbio, Varese, il  7 settembre 1968), cambiò il concetto dell’arte pittorica, eseguendo un taglio nella tela bianca posta sul cavalletto, dietro quel gesto, c’era un pensiero, un’idea. Oggi purtroppo la tecnologia digitale ci permette di realizzare foto perfette, la fotocamera non sbaglia quasi mai, ma quelle foto hanno purtroppo una peculiarità non indifferente. A loro manca l’anima. La foto non è più pensata, in essa non c’è l’idea che l’ha condotta a realizzarla».

«Noi abbiamo smesso di pensare, di immaginare ciò che vorremmo raccontare, ma conosciamo a mena dito tutti i pulsanti, e i menù delle nuove fotocamere. A volte è come intraprendere il viaggio con HAL 9000, il super computer di ‘2001, Odissea nello Spazio’ di Kubrick, in cui il computer geloso diventa padrone della nostra vita. Questo è ciò che è accaduto, e sta accadendo nella fotografia. Oggi deleghiamo al software della macchina fotografica quello che invece dovremmo essere noi a concepire. Quando si guarda alle foto dei grandi maestri della fotografia del passato, non ci si sofferma a capire cosa veramente c’è dietro quella immagine, del perché della sua realizzazione, quale pensiero voleva trasmettere l’autore e, del perché è stata realizzata come la vediamo. I bravi fotografi, non si guardano attraverso la singola immagine, ma attraverso i provini dei tanti scatti che essi hanno eseguito per giungere al risultato finale».

«A volte, un’immagine può anche essere frutto di un solo scatto, ma anche quell’istantanea va immaginata prima, pur non visualizzando ancora quel particolare nudo e crudo. In tutta la fotografia c’è preparazione, la foto per caso non è mai esistita, anche laddove alcune singole immagini hanno fatto la storia della fotografia».

La definizione dell’idea che porta all’immagine e il processo mentale da cui scaturisce il progetto fotografico sono il filo conduttore del workshop di Francesco Cito, in cui si definirà anche come si prepara e nasce un reportage.

Il workshop è strutturato su due giornate: sabato 30 e domenica 31 marzo 2019.

Programma

Sabato 30 marzo 2019

Mattina 9.30-13.00
– Introduzione al corso
– Foto e storie fotografiche

Pomeriggio 14.00-18.00
– Presentazione di autori e progetti che hanno un’idea dietro lo scatto

Domenica 31 marzo 2019

Mattina 9.30-13.00
– Il reportage: come si prepara e da dove nasce

Pomeriggio 14.00-16.00
– Discussione dei temi trattati e degli autori osservati con i partecipanti, conclusioni finali

Francesco Cito
www.francescocito.it

Francesco Cito, è nato a Napoli il 5 maggio 1949. Interrotti gli studi si trasferisce a Londra nel 1972 per dedicarsi alla fotografia. L’ inizio in campo fotografico 1975, avviene con l’ assunzione da parte di un settimanale di musica pop-rock (Radio Guide mag.). Gira l’ Inghilterra, fotografando concerti e personaggi della musica leggera. In seguito, divenuto fotografo free-lance, inizia a collaborare con The Sunday Times mag., che gli dedica la prima copertina per il reportage “La Mattanza”. Successivamente collabora anche con L’Observer mag.

Nel 1980, è uno dei primi fotoreporter a raggiungere clandestinamente l’Afghanistan occupato con l’invasione dell’Armata Rossa, e al seguito di vari gruppi di guerriglieri che combattevano i sovietici, percorre 1200 KM a piedi. Sue le foto dei primi soldati della Stella Rossa caduti in imboscate.

Nel 1982 – 83, realizza a Napoli un reportage sulla camorra, pubblicato dalle maggiori testate giornalistiche, nazionali ed estere. Sempre a Napoli nel 1978 per The Sunday Times mag. aveva realizzato, un reportage sul contrabbando di sigarette dallo interno dell’organizzazione contrabbandiera. Nel 1983 è inviato sul fronte Libanese da Epoca, e segue il conflitto in atto fra le fazioni palestinesi; i pro siriani del leader Abu Mussa, e Yasser Arafat e i suoi sostenitori. E’ l’unico foto-giornalista a documentare la caduta di Beddawi (campo profughi), ultima roccaforte di Arafat in Libano. Seguirà le vari fasi della guerra civile libanese, fino al 1989.

Nel 1984 si dedica alle condizioni del popolo palestinese all’interno dei territori occupati della West Bank (Cisgiordania) e la Striscia di Gaza. Seguirà tutte le fasi della prima “Intifada” 1987 – 1993 e la seconda 2000 – 2005. Resta ferito tre volte durante gli scontri. Nel 1994 realizza per il tedesco Stern mag. un reportage sui coloni israeliani oltranzisti. Nell’aprile 2002, è tra i pochi ad entrare nel campo profughi di Jenin, sotto coprifuoco durante l’assedio israeliano,alle città palestinesi.
Nel 1989 è inviato in Afghanistan dal Venerdì di Repubblica e ancora clandestinamente a seguito dei “Mujahiddin” per raccontare la ritirata sovietica. Tornerà in quelle aree di nuovo nel 1998 inviato dal settimanale Panorama, con l’intento di incontrare Osama Bin Laden. Intento non andato a buon fine a causa l’inizio dei bombardamenti americani.

Nel 1990, è in Arabia Saudita nella prima “Gulf War” con il primo contingente di Marines americani dopo l’invasione irachena del Kuwait. Seguirà tutto il processo dell’operazione “Desert Storm” e la liberazione del Kuwait 27 – 28 febbraio 1991. Nei suoi viaggi attraverso il Medio Oriente, in più occasioni ha focalizzato il suo interesse a raccontare i vari aspetti dell’Islam dal Pakistan al Marocco, Negli anni 90 segue le varie fasi dei conflitti balcanici.

Nel 2000 realizza un reportage sul ” Codice Kanun “, l’antica legge della vendetta di origini medievali nella società albanese
In Italia si occupa spesso di casi di mafia, ma anche di eventi come il Palio di Siena che gli varrà il primo premio al World Press Photo 1996 ed altri rilevanti aspetti della società contemporanea. Dal 1997 l’ obiettivo è anche puntato sulla Sardegna fuori dagli itinerari turistici, tra il sociale e le tradizioni, lavoro già in parte racchiuso in in foto-libro.

Nel 2007 è invitato dal Governatorato di Sakhalin (Russia), l’isola ex colonia penale raccontata da Checov, per un lavoro fotografico, sul territorio, illustrando la vita e le attività produttive, a seguito della scoperta di ingenti giacimenti petroliferi. Lavoro divenuto una mostra e un foto libro editato in Russia.
Nel 2012 la prestigiosa casa di gioiellieri parigini “Van Cleef & Arpels” gli commissiona la realizzazione di un lavoro fotografico, in cui descrivere l’operosità attraverso le mani dei loro artigiani, nel confezionare i gioielli più esclusivi del mondo. 50 immagini raccolte in un volume stampato in nove lingue.

1995 il World Press Photo gli conferisce il terzo premio Day in the Life per il “Neapolitan Wedding story ”
1996 il World Press Photo gli conferisce il primo premio per il Palio di Siena.
1997 l’Istituto Abruzzese per la storia d’Italia contemporanea, gli conferisce il premio “Città di Atri” per l’impegno del suo lavoro sulla Palestina.
2001 il Leica Oskar Barnak Award lo segnala con una Menzione d’Onore per il reportage “Sardegna”
2004 riceve il premio Città di Trieste per il Reportage. I° edizione
2005 riceve il premio: La fibula d’oro, a Castelnuovo Garfagnana (LU)
2005 riceve il premio ” Werner Bischof ” Il flauto d’argento ad Avellino
2006 l’associazioni FIAF lo insigna del titolo “Maestro della fotografia italiana
2006 vince il premio Bariphotocamera
2007 riceve il premio Benevento
2009 vince il premio San Pietroburgo (Russia)
2009 insignito del premio Antonio Russo per il reportage di guerra, (Pescara)
2013 vince il primo premio Canon – Mondadori

Ha collaborato e pubblicato sulle maggiori riviste nazionali e straniere:
Bunte / Epoca / l’Europeo / Figaro mag / Frankfurter Allgemeine mag / Illustrazione Italiana / Il Venerdì di Repubblica / The Indipendent / Io Donna / Il Sole 24 Ore mag / L’Express / Life / The Observer mag / Panorama / Paris Match / Sette-Corriere della Sera / Smithsonian mag / Stern / Sunday Times / Traveler / Zeit mag