Errante

Ci sono mondi che non conoscono confini. Universi in cui, come esuli, camminiamo sul ritmo dei nostri battiti, su superfici sature d’orme e passi, tra deviazioni di nebbia. L’incipit è un punto da cui partono infinite direzioni, un dedalo di possibilità e strade che ci indicano la via depistando i nostri sensi, eppure acuendoli, stuzzicandoli, poiché nessuno si ferma finché non sente, non trova. Non c’è, forse, una destinazione, ma una scelta, un desiderio di perdersi e ritrovarsi, di varcare le soglie percorrendo i sentieri insidiosi dell’avventura. D’interrogarsi, respingere i sinonimi della staticità e della fine, perseverare pregustando la sorpresa del viaggio.

È la curiosità che muove i suoi piedi senza badare ai dolori delle metamorfosi, ai calli del perseverare. Come si fa a dire: “sì, l’ho trovato?” In un mondo così grande, una perpetua ricerca dell’emozione del nuovo, un’indagine che si redime dalla cenere della staticità per cercare nuove geografie, nuovi punti di vista, per lasciarsi trasportare fuori dal nostro tracciato, da quel che ci abbraccia e ci protegge. Errare è umano, errare è oltre. È cercare, trovare, naufragare altrove.

Errante è colui che migra, verso una stella polare, presagio del miglioramento delle condizioni di vita; errante è un pezzo di plastica abbandonato in mare, gemello di altrettanti scarti vagabondi dell’oceano, uniti quasi come fossero continenti; errante è un adolescente che studia e cresce tra sogni e realtà; errante è una ragazza che diventa donna, poi madre, moglie e nonna; errante è colui che precipita nelle dipendenze e per poi redimersi, uscirne; errante è una città che muta continuamente facendosi organismo in evoluzione; erranti sono i percorsi bui attraversati nei vortici della malattia.

Errante è il tema della 4a edizione di Riaperture: il festival che è capace di farci percorre le strade e le piazze della città di Ferrara, solo per raggiungere la tappa successiva, il prossimo edificio riaperto, le prossime mostre; vuole sfidare sé stesso, portandoci ad errare verso un percorso fotografico complesso, mai definitivo, ma che possiede, nell’andare apparentemente senza un tracciato predeterminato, verso un obiettivo che è indagare e scoprire. Indagare e scoprire i luoghi e le storie, le realtà e le immaginazioni, le persone e gli edifici, le domande e le risposte, le illusioni e le certezze.
Errare è andare verso, ma anche sbagliare in questo percorrere verso, è un errore che ti fa cambiare strada o strategia, ma difficilmente approdo finale nella complessità della convinzione.
Il festival vorrà essere tutto questo, andare fino all’obiettivo, attraversare mondi e idee, credenze e passioni, malattie e dipendenze, fughe e viaggi, casualità e pianificazione, andare e sbagliare, in un dedalo di possibilità, vie, immagini e spazi.

Errante è anche molto altro e Riaperture, per la sua quarta edizione, lo celebra svelandosi nell’intimo della sua essenza. Sotto la lente delle sue fotografie va in scena uno spirito inquieto, mai stanco di indagare, mutevole nella ricerca, cosparso di polvere e luce.
Ancora una volta, Riaperture vi invita a compiere un viaggio nei luoghi delle metamorfosi del tempo e dello spazio, per scrivere nuove storie e vivere nuovi attimi, lasciandosi trasportare dall’emozione e dai sensi, verso una meta ignota.

Riaperture è un festival errante per definizione, che attraverso l’obiettivo della fotografia, esorta i visitatori a percorrere strade con occhi nuovi e permette loro di entrare in spazi inaccessibili, bramati, perduti e spesso soltanto immaginati.